Coltiviamo il futuro insieme: scambiamoci idee e proposte su cosa fare per migliorare questa nostra Italia!

  • Alfonso – L’Italia è un paese strano, prima andavano di moda i politici di professione, poi i professori, poi i tecnici, poi i giovani, e oggi le donne. Ma quelli capaci e basta… Quando?

 

  • Laura – I pochi soldi che ci sono devono essere dati per aumentare la competitività delle imprese, ma in modo da metterle in condizioni di assumere, non per far aumentare i loro redditi se con metà di quei soldi ci andranno a comprare cose straniere e creare lavoro fuori Italia!

 

  • Umberto – Ho letto: niente pac a banche ed assicurazioni, ma non dimentichiamo di escludere i notai, i farmacisti e tutti gli altri che non vivono di agricoltura.

 

  • Alessandro Mercanti- Perugia

    Riflessioni sportive
    Recentemente mi è capitato di intervistare due personaggi che mi hanno fatto riflettere su quale sia il vero ruolo sociale dello sport e sull’importanza delle varie società e associazioni sportive in giro per l’Italia. Gli intervistati in questione in realtà sono delle Lei: Valeria Straneo e Melania Corradini. La prima maratoneta dalla storia imprevedibile e l’altra sciatrice disabile che ha partecipato alle ultime Paralimpiadi di Sochi ma che è stata portabandiera a Torino ed ha ottenuto svariate medaglie nella sua ancor giovane carriera. Entrambi i personaggi hanno una caratteristica importante: hanno trovato nello sport un punto di rinascita e crescita. In particolare Melania Corradini nella sua intervista ha sottolineato di come sia importante per un disabile riuscire ad avvicinarsi al mondo dello sport, indipendentemente da quello che si riuscirà poi ad ottenere, poiché fare sport aiuta chiunque a socializzare e ad aprirsi evitando di correre il rischio di chiudersi in sé stessi.

    Lo sport sostanzialmente può avere un ruolo importante nella vita di ogni persona e, senza fare della retorica scontata, osservando l’attività del Presidente del Consiglio andare in giro per le scuole, sottolineando quanto si debba investire nella ricostruzione e miglioramento degli Istituti scolastici, mi è venuto in mente l’album fotografico delle palestre dove ho giocato.
    Spesso i ragazzi si ritrovano infatti a fare attività in ambienti poco sicuri, freddi, vecchi e decisamente non accoglienti. Data l’importanza dello sport in generale non sarebbe anche qui il caso di valutare un metodo di investimento? Magari senza costruire oltre, semplicemente rivitalizzando le molte strutture già esistenti dotandole dei mezzi di base giusti per lo svolgimento di quella che è un’attività ricreativa ma che spesso si trasforma in qualcosa di molto più grande.
    Alessandro Mercanti-Perugia

  • Giulio

    Si fanno tante polemiche sugli stipendi dei manager pubblici. Ma perché non si capisce che certi servizi dovrebbero essere privatizzati? Ad esempio, le Ferrovie dello Stato, così non vanno bene. Dovremmo privatizzarle e permettere ad una compagnia privata di decidere quanto pagare i suoi manager. Ovviamente privatizzare sì, ma rendendo il servizio pubblico. Questa sarebbe una risposta a questo momento di sprechi.

  • Giovanni

    Buongiorno a tutti . Mi riallaccio alle considerazioni di Alessandro e volevo aggiungere un mio pensiero a tal riguardo. Mi sono trovato a riorganizzare la mia azienda (commercio e servizi) e portare delle modifiche interne per un riadattamento degli spazi : ho dovuto penare come se dovessi impiantare un nuovo complesso industriale. 5 Enti coinvolti , modelli di domande incomprensibili (di cui alcuni replicati per più Enti e per lo stesso oggetto), tempi di attesa biblici e conflitti fra i vari Enti per l’interpretazione delle norme e delle competenze sulle stesse !
    Ma la tanto sbandierata semplificazione dov’è ? Come si può pretendere di incentivare la nascita delle nuove imprese con questo STATO dei fatti ?
    Proposta di istinto : unificazione della modulistica, unico referente istituzionale, prontuario chiaro ed esaustivo delle competenze….. sarà troppo complicato ?
    Giovanni – Andria

  • Mario

    Una riflesione sulla crescita economica : la Babele di adempimenti ha ripreso a crescere smisuratamente e caoticamente cosicché i controlli ed i controllori per la stessa mattonella sono saliti a numeri da capogiro : ispettorato del lavoro, asl, inps, inail, ispels , finanza, polizia tributaria , vigili urbani, polizia provinciale, nas, vigili del fuoco.
    All’atto della visita, si pensa che arrivi l’angelo custode della salute e del diritto pubblico invece questi tutori della legge fanno solo un’opera di autotutela.Devi fare questo perché sennò a me succede che mi fanno quest’altro….bisogna fare così anche se non necessario così tu sei in regola ed io dormo tranquillo sulla mia poltrona.
    Nascono corsi di formazione per alfabetizzare anche i koala così nel dopo lavoro ci scappa la consulenza ed il compenso extra.
    Spesso capita che un iter semplice venga turbato ad arte per far apparire l’intervento del funzionario addetto come un favore….quello che ti spetta di diritto passa come una forzatura di procedimenti con annessi “costi” accessori.
    Se a tutto questo aggiungiamo la liberalizzazione selvaggia delle attività, proliferate senza un piano strategico e soprattutto senza l’adeguata professionalità dei neo-imprenditori…..
    Con tutto il rispetto, ma come è possibile esaltare i valori del Made in Italy se di punto in bianco un ristoratore sente lo stimolo di avviare un atelier o viceversa ? Mah…………….!

  • Alessandro

    Tutte le volte che devi adempiere verso la pubblica amministrazione devi mettere in conto : una valigia di documenti, almeno un paio di appuntamenti con i funzionari delegati, altrettanti con il proprio consulente e presentarti con l’ansia si esserti dimenticato qualcosa. Ma tutta questa innovazione e tecnologia a che cosa serve ? L’ammne A non dialoga con l’ammne B perché i programmi sono differenti di conseguenza l’ammne C non può elaborare i dati in automatico e L’ammne D non può emettere provvedimento….non sarà il caso di unificare le procedure per velocizzare le pratiche ed evitare perdite di dati, danni economici bilaterali , etc ?

  • Antonella

    Per tutelare il Made in Italy dalle produzioni all’estero, fatte in paesi dove la manodopera costa pochissimo, bisognerebbe imporre a tutte le aziende di apporre sui propri capi un’etichetta che contenga la tracciatura di quel capo. E se quel capo non esce dalle aziende italiane, non deve fregiarsi del titolo di Made in Italy. E’ solo così che salvaguardiamo le nostre aziende e i nostri prodotti.

  • Luca

    Il governo Renzi vuole tagliare il numero degli statali ma quando deciderà di tagliare anche i superstipendi dei dirigenti? Quello sarebbe un grande risparmio per le casse dello Stato!

  • Luca

    Tutti vogliono il Made in Italy. Tutti si fidano del Made in Italy e gli stranieri vengono in Italia per comprarlo. Perché però lo Stato italiano non aiuta i nostri imprenditori per fare in modo che le produzioni restino in Italia? E’ lo Stato che dovrebbe difendere il Made in Italy, aiutando gli imprenditori e rendendo più difficili le delocalizzazioni che svuotano le aziende italiane per i minori costi del lavoro che si hanno all’estero.

  • Marisa

    Nella scuola di mio figlio, spesso siamo costretti noi genitori a portare la carta igienica e a portare a turno il sapone per potersi lavare le mani in bagno. Senza considerare quante volte sono saltati i turni di pulizie con conseguenti disagi per i nostri figli. Se davvero il presidente del Consiglio Renzi vuole fare qualcosa per le scuole, tenga conto anche di queste piccole cose. Non serve solo pensare all’edilizia scolastica se poi le scuole all’interno mancano di tutto.

  • Giorgia

    I dati sul debito pubblico in aumento continuano a farmi pensare che ora è davvero il momento di tagliare i costi della politica, tagliando le province, ad esempio e tagliando i dirigenti della pubblica amministrazione. Lacrime e sangue, questa volta, dovranno riguardare i grandi stipendiati dallo Stato.

    • Claudio

      Condivido in pieno il suo commento, però non conosco nessun Politico ne amministratore pubblico che si vuol dare la “zappa sui piedi”..aggiungo un’iniziativa perché non tagliano stipendi e TFR ai dirigenti pubblici che non saputo fare il loro lavoro?

  • Lucio

    Dove vanno a finire i soldi che dovrebbero servire per la manutenzione delle strade e dei tombini? E i soldi per gli investimenti antidissesto? Bisognerebbe controllare immediatamente se questi soldi vengono utilizzati e applicare della sanzioni, perché sono troppi i casi in cui questi soldi restano fermi nelle casse dei Comuni. Poi quando le città si allagano, ci si ricorda che bisognava fare prevenzione. Troppo comodo così.

  • Claudio

    I politici dicono che se si tolgono i vitalizi vanno in sofferenza perché con lo stipendio che prendono non riescono a pagarsi l’affitto, viaggio e altro;mi chiedo perché non prendono spunto dalle forze dell’ordine che per 1300£ al mese quali servitori dello stato possono essere trasferiti in tutto il territorio nazionale senza vitalizio fisso con tutta la loro famiglia.Con 1300€ possono sopravvivere, i politici con 20000€ non possono vivere.E ora di finirla e di cambiare rotta e fate presto perché non ne possiamo PIU…

  • ClauS

    Anche i sindacati,organizzazioni,associazioni e quant’altro che operano in regime di sussidiarietà con il pubblico dovrebbero rendere pubblici i bilanci, gli atti ed i compensi di dirigenti.

  • giovanni

    E’ ora che ti candidi al governo però non so quale sia la tua posizione politica!

  • Paola

    Forse è proprio ora di cambiare la Costituzione, per i governi come per i sindaci: cade il governo e si torna a votare! Almeno la finiranno di fare i prestigiatori.

  • Stefano

    L’Italia università del mondo.

  • Daniela

    Salve. Non so bene quale sia la giusta strada per riprenderci in mano la nostra bella Italia. Perdiamo marchi, perdiamo cervelli, lasciamo fuggire le idee. Quello che secondo me abbiamo perduto più di tutto è la nostra identità culturale. Siamo esterofili. Mi sembra che siamo sempre più condizionati da ciò che ci viene proposto/imposto dai media. E così perdiamo la nostra identità e con questa perdiamo la voglia e il piacere di sentirci italiani, con gusti italiani e con l’orgoglio di chi sono i nostri rappresentanti nel mondo. Ci identifichiamo con personaggi-modelli stranieri. Al cinema fanno cassetta i film stranieri, in tv ci propinano format esteri, ascoltiamo musica straniera, questo perchè in Italia si preferisce dare spazio a personaggi e autori da “mordi e fuggi” che non valgono quasi nulla, attori, cantanti, musicisti, autori, registi che durano un anno e poi nessuno si ricorda più chi sono. Dove sono finiti i nostri grandi? I vari Giuseppe Verdi, o Giacomo Puccini (ci è rimasto solo Morricone), i vari De Filippo, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Anna Magnani, ma anche i vari Domenico Modugno, Enrico Caruso o Luigi Pirandello, Elsa Morante, Primo Levi. Prendiamo tutto “in prestito” dall’estero che siano idee, persone o comportamenti. O peggio ancora Cultura! La cultura è alla base della società, riappropriamoci di ciò che è nostro, valorizziamo la cultura italiana sotto tutti gli aspetti. Tv, cinema, libri, giornali, palcoscenici, spettacoli sono le più grandi vetrine e i più grandi mezzi di diffusione della nostra cultura. Personalmente credo che abbiamo bisogno, per ripartire, di reidentificarci con gente di grande qualità italiana e poiché non sempre è facile riferirci a persone dello spessore di Rita Levi Montalcini, ci è più facile identificarci con un autore, un cantante, un musicista, un attore, uno a più stretto contatto con la persona semplice della strada, uno che sia “vicino”, che possa entrare nelle case ogni giorno. Facciamo riamare l’Italia attraverso i mezzi più semplici, riportiamo un minimo di cultura, quella vera negli italiani. Sforziamoci per far rifiorire le idee che nascono da un istinto, da una percezione, facciamo in modo che la tecnologia sia al servizio dell’italianità e non viceversa. Forse pian piano si riuscirà a far riamare l’Italia e con questa riappropriarci di tutto quanto abbiamo, e abbiamo tanto, davvero tanto, in Italia di cui andare orgogliosi.

  • Mario

    Continuo a leggere che se il marchio Frau è passato agli americani allora vuol dire che amano il nostro Made in Italy e quindi dobbiamo vedere tutto questo come un arricchimento per l’Italia. A me non sembra per niente una cosa buona. Perché sì, per ora hanno detto che la produzione resterà in Italia, ma fino a quando, mi viene da chiedermi. E poi se la produzione dovesse spostarti in America continueremo a dire che questa è una vittoria per il Made in Italy? A me sembra soltanto un altro pezzo d’Italia e di eccellenza italiana che se ne va…

  • Alberto_udine

    I disagi di una compagnia aerea che non funziona si riscontrano pure nel turismo: possibile che tra i primi dieci musei più visitati al mondo ben quattro sono a Londra e solo al settimo posto troviamo i Musei Vaticani (quindi neanche in Italia!), mentre gli Uffizi hanno appena un quinto dei visitatori annuali del Louvre? Il paradosso è che in quanto a patrimonio culturale siamo in testa alla classifica! Forse dovremmo offrire servizi migliori agli stranieri in visita nel nostro Paese…

  • Luca

    Aveva ragione Andreotti quando diceva che esistono due tipi di matti: quelli che lo sono davvero e quelli che pensano di far funzionare le ferrovie di stato! Anche ieri ho avuto 2 ore di ritardo… Io sono fortunato ad avere orari flessibili, ma chi deve strisciare il badge???

  • Presentazione del ciclo di incontri incentrati sul tema

    ECONOMIA E DIRITTI COSTITUZIONALI

    L’attuale stato di crisi non sarebbe possibile se non esistesse il controllo mediatico vigente.

    Il presupposto mainstream assunto è che non esiste alternativa visto che siamo comunque colpevoli di qualcosa.

    Giornalmente subiamo silenti gli strali di chi ci appella con termini come “fannulloni”, “spreconi” se non addirittura “mafiosi”. Questo messaggio ci viene inculcato da almeno trenta anni attraverso i media e chiunque riesca a comprendere gli accadimenti odierni grazie ad eroiche forme del tutto autonome di apprendimento, stenta a credere le evidenze che gli si porgono innanzi. E’ questa una forma in chiave moderna del “Mito della caverna” di Platone.

    Fate conto di aver sempre sentito dire che sopra il cielo è verde e sotto la terra è azzurra; bene, non appena riuscite a vedere la realtà, come minimo non saprete più quale sia il verde e quale sia l’azzurro, quale sia il sopra o il sotto, o peggio, quale sia il cielo e quale sia la terra.

    Lo scopo degli incontri che stiamo per organizzare è proprio quello di dare ai partecipanti gli strumenti per valutare le argomentazioni dei vari personaggi che via via si alternano alla loro attenzione, che siano essi giornalisti, opinionisti, economisti, politici, ecc.

    Ricordando le parole del presidente dell’eurogruppo dal 2005 al 2013 Jean-Claude Junker (già Governatore della Banca mondiale, Governatore del Fondo Monetario Internazionale e Governatore della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo): “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno” e facendo notare che quelli di cui parlava, ovvero “LA GENTE CHE NON CAPISCE” SIAMO NOI, non posso che non porre in evidenza il reale tasso di democrazia su cui è fondata l’Europa dell’Euro.

    La democrazia invece è tutt’altro ed è perfettamente definita nella nostra Carta Costituzionale che recita tra l’altro:

    Art. 1 – L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

    Art. 4 – La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

    Non sono queste parole scritte a caso e vanno fatte proprie una ad una in quanto frutto di millenni di Storia e di Cultura Italiana; parlano di sovranità e democrazia come fondamenti del nostro vivere civile e di diritto al lavoro come più alta espressione della dignità umana.

    Nulla di tutto questo, sta attualmente accadendo in Italia.

    Noi cittadini siamo considerati merce ed al contempo finanziatori e se non abbiamo alcuna cognizione di cosa realmente abbiano deciso i politici alle nostre spalle certo saremo i primi a subirne le conseguenze.

    Certo che una cittadinanza informata non possa essere facilmente sottomessa, vi invito quindi a visitare il nostro sitohttp://www.riconquistarelasovranita.it ed a presenziare agli incontri della sezione umbra dell’associazione, raccomandandovi di intervenire con spirito costruttivo, presso i locali della copisteria l’amanuense in Via della tintoria n°10 nel quartiere di Santa Lucia a Perugia.

    IL PROGRAMMA

    VENERDI 7 FEBBRAIO 2014 – ORE 21:00

    Giuseppe Mattoni introduce: “Lo Stato, i Cittadini, l’economia”

    A seguire il dibattito

    VENERDI 21 FEBBRAIO 2014 – ORE 21:00

    Luigi Pecchioli introduce: “Moneta unica e Stato Democratico”

    A seguire il dibattito

    VENERDI 7 MARZO 2014 – ORE 21:00

    Giuseppe Mattoni introduce: “Storia economica tascabile”

    A seguire il dibattito

    VENERDI 21 MARZO 2014 – ORE 21:00

    Simone Boemio introduce: “Costituzione e trattati europei”

    A seguire il dibattito

    VENERDI 4 APRILE 2014 – ORE 21:00

    Giuseppe Mattoni introduce: “La moneta e i Cittadini”

    A seguire il dibattito

    VENERDI 18 APRILE 2014 – ORE 21:00

    Luigi Pecchioli introduce: “Crisi e diritti economici”

    A seguire il dibattito

    VENERDI 2 MAGGIO 2014 – ORE 21:00

    Giuseppe Mattoni introduce: “Un’economia per i Cittadini”

    A seguire il dibattito

    VENERDI 16 MAGGIO 2014 – ORE 21:00

    Simone Boemio introduce: “Uniti si vince”

    A seguire il dibattito

  • luigi

    Si deve ripartire dall’istruzione obbligatoria perchè è dalla scuola che devono uscire i futuri italiani culturalmente e turisticamente preparati,onesti e consapevoli della fortuna che hanno di essere nati in un paese (il nostro bel paese) che tutto il mondo ci invidia.
    Inserire o comunque adeguare al massimo le ore di insegnamento di materie essenziali quali, storia, arte, cultura, musica, turismo, goegrafia enogastronomica, merceologia, lingue straniere almeno 2 obbligatorie, educazione fisica e sport,etc…
    E non sarebbero male neanche i campi estivi, in campagna, ad imparare ad avvicinarsi all’agricoltura e ad amare il nostro territorio.
    Luigi.

  • Alessandro

    Vogliamo ridurre corruzione e burocrazia? Togliamo la gestione di strutture e imprese alla politica e la possibilità di fare servizi ai sindacati. Con una fava, due piccioni. La prima non avrebbe più nulla da scambiare, i secondi non inventerebbero pratiche per campare.

  • Carlo

    Se ai cittadini del mondo chiedessimo quale paese preferirebbero visitare, al primo posto troverremmo L’Italia, per il suo cibo, la sua cultura la sua bellezza, la sua gente. Poi siamo così sprovveduti che come visitatori stranieri siamo solo all’ottavo posto. Perché non ci muoviamo?

    • Marco da Lecce

      Cominciamo a non parlare male del nostro Paese. Un Italiano all’estero la prima cosa che fa è dare ragione a chi parla male del nostro Paese, anzi se può ci mette il carico. Smettiamola di lavare in piazza i nostri panni sporchi. Provate a vedere se un giapponese o un americano da noi fa lo stesso!

  • Marco da Lecce

    Ci sono territori Italiani cresciuti in questi ultimi anni in maniera sorprendente dal punto di vista turistico, altri fermi agli anni sessanta, altri mai partiti. Eppure dal punto di vista storico, culturale, paesaggistico o enogastronomico non sono realtà cosi differenti. Propongo una cosa, riuniamo 10 casi di successo e facciamoci dire come e cosa hanno fatto, magari tanti altri possono trarre qualche idea da adattare alle realtà rimaste al palo.

    • Giorgia

      Sono d’accordo, costituiamo una accademia delle idee che accetti questa sfida. Anche così possiamo cambiare l’Italia. Io sono pronta ad aderire.

  • Sono un amministratore di un piccolo comune in Sardegna, se è possibile vorrei interfacciarmi con degli esperti per riuscire a produrre dall’umido energia termica, elettrica e massimizzare la raccolta differenziata per raggiungere al massimo questo obiettivo.

    Buona giornata Antonello

  • Claudio

    La categoria dei ristoratori seri di quelli che pagano le tasse, non sono rapprentati da nessuno.Le associazione di categoria esistenti sono tutte politicizzate.Personalmente sarei entusiasta se fossi rappresentato come categoria da Sergio Marini, perché come ha saputo battersi per il rilancio dell’agricoltura, potrebbe ben rappresentare i problemi dei commercianti.

  • Giuseppe agricoltore di Ferrara

    A proposito di IMU sui terreni agricoli, nel 2013 siamo stati giustamente esentati; ora mi è sembrato di capire che con la nuova legge di fine anno nel 2014 non solo dovremo pagarla, ma si pagherà IMU, mini-IMU e TASI sui fabbricati agricoli. Il terreno, per chi lo coltiva, è uno strumento di lavoro, come lo è il camion per il camionista o la cucina per il ristorante, che notoriamente non pagano queste imposte. Vogliamo capirlo una volta per tutte?

    • Claudio

      Caro Giuseppe, forse tu non sai che anche le cucine dei ristoranti pagano l’IMU Tasi e altre tasse da te elencate, semmai non la pago sul forno come tu non la paghi sul trattore . Magari non potessimo pagarla sulle cucine e neanche sui terreni agricoli.

      • Lorenzo

        Caro Claudio, a pensarci bene il terreno è proprio come una cucina (intesa come forno),volendo semplificare entrambi sono “macchine”, che grazie al sole e all’acqua il primo, e al calore la seconda, trasformano sudore e materie prime in cibo. Concettualmente il terreno non è un immobile, semmai lo sono l’edificio dove si conserva il grano o quello che protegge il forno. PS: comunque da buona forchetta che sono estenderei l’esenzione applicata ai trattori e ai forni anche di nuovo ai campi agricoli e alle cucine. Questa è la mia idea!

  • Antonio

    Imu, Tasi, Tares, Tari, Iuc: tutte tasse comunali di cui nella migliore delle ipotesi vengono inviati i bollettini da pagare a casa. Nella peggiore i bollettini non arrivano a casa e si rischia di pagare degli aumenti. Ma non sarebbe forse il caso di accorpare tutte queste tasse evitando così di avere svariate scadenze e altrettanti bollettini da pagare? Il Comune non potrebbe accorpare queste tasse e facilitarci il compito?

  • Tiziana

    Sono un’insegnante universitaria e dopo qualche anno posso affermare con certezza che la riforma universitaria delle lauree triennali è stata una vera sconfitta per l’istruzione. I ragazzi non ottengono la giusta preparazione con questa formula e sono obbligati, per dare un senso a quella laurea breve, a frequentare un master o una specialistica. Sul mercato del lavoro, perciò, ci arrivano comunque tardi rispetto ai propositi iniziali della riforma. Bisogna perciò tornare al vecchio sistema universitario con lauree quadriennali e quinquennali. Immetteremo così sul mercato del lavoro persone più preparate e competenti.

  • Simone

    Sono un ricercatore universitario e da tempo mi dibatto fra contratti a tempo determinato oltre a dover fare i conti con i soldi che non sempre ci sono per pagarmi. La cosa che però più mi spaventa è che fino a quando non si potrà porre un limite all’età dei professori e alla loro pensionabilità sarà difficile che io possa un giorno riuscire ad ottenere un contratto e ad insegnare. Anche i professori universitari devono andare in pensione.

  • Marisa

    Non mi sembra giusto pagare le tasse comunali relative all’illuminazione (Tasi) visto che abito in campagna e in una zona non servita da questo servizio comunale. Per questo bisognerebbe riorganizzare i tributi da versare al comune ma basandosi anche sulla zona di residenza.

    • Claudio

      Condivido in pieno il tuo commento.Io ho la “FORTUNA”di avere questo servizio, ma il ritiro avviene una volta alla settimana anche nel periodo estivo quando l’odore diventa nauseabondo e il sindaco cosa fa?Con ordinanza si raccomanda di gettare la spazzatura la sera prima del ritiro x evitare odori sgadevoli.Bel servizio ehh!!