Il prossimo incontro è fissato per il 4 aprile, ma al ministero dell’Ambiente continua il lavoro sulla Terra dei Fuochi. Il decreto interministeriale (Ambiente e Salute) entra ora nella sua fase operativa e il gruppo di esperti scelto per la preparazione del re-golamento sugli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in sicurezza delle aree destinate alla produzione agricola e all’allevamento.
In Italia mancano, infatti, parametri per la definizione dell’inquinamento nei terreni agricoli ed il regolamento dovrà colmare questa lacuna per dare sicurezza sul fronte della salute pubblica e della qualità dei prodotti nell’area della “Terra dei fuochi”. Dei 107.614 ettari di terreni mappati nella Terra dei fuo-chi – in 57 comuni campani, 33 in provincia di Napoli e 24 in provincia di Caserta – le aree sospette sono il 2 per cento, ovvero 2.152 ettari di cui 920 destinati all’agricoltura. I dati emergono dal monitoraggio predisposto dal ministero delle Politiche agrico-le alimentari e forestali.
I siti agricoli classificati a rischio alto e molto alto su una scala da 1 (basso) a 5 (molto alto) sono 51: per essi il ministero propone “misure di salvaguardia mirate a garantire la sicurezza delle pro-duzioni agroalimentari destinate ad essere commercializzate”. E dunque la sospensione della vendita dei prodotti ortofrutticoli provenienti da una superficie complessiva di 64 ettari. Il decreto interministeriale, firmato dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina assieme a quello della Sa-lute Beatrice Lorenzin e dell’Ambiente Gian Luca Galletti, preve-de poi che siano effettuate indagini mirate a individuare i territo-ri che non devono essere adibiti a produzioni alimentari rispetto a quelli da destinare a colture diverse dalle produzioni agroali-mentari e a determinati prodotti alimentari.

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