Sul Made in Italy sventola bandiera francese. Ma anche spagnola, brasiliana, americana, tedesca e sudafricana. Sembra essere questa la sorte toccata alle aziende italiane, fiore all’occhiello della produzione alimentare che dagli anni Novanta ad oggi sono passate di mano in mano, mantenendo in Italia, nella migliore delle ipotesi, almeno la produzione. L’Orzo Bimbo, Parmalat, Eridania, i formaggi dell’industria casearia Giovanni Ferrario, Boschetti Alimentare Spa, Galbani e Fattorie del Sole parlano francese. I salumi Fiorucci spagnolo, come i cugini delle industrie alimentari Del Verde, l’olio Bertolli, Carapelli e Sasso. Parlano russo le bollicine dello spumante Gancia che ormai dal 2011 appartiene all’oligarca russo Rustam Tariko. E anche il Chianti del Gallo Nero non si esprime più con l’accento toscano, ma parla cinese grazie ad un imprenditore di Honk Kong. La birra Peroni, invece, è dei sudafricani, mentre l’Italpizza, ha di italiano, ormai, solo il nome essendo in mano agli inglesi di Bakkavor Aquisitions limited. Neanche l’Antica gelateria del Corso è più nostra: da tempo arricchisce l’elenco delle aziende della Nestlè che facendo la spesa in Italia si è portata via anche Buitoni, Perugina, Locatelli e San Pellegrino. E questo solo per parlare del settore alimentare. Perché il Made in Italy piace, che si tratti di cibo o di moda come Krizia, marchio italiano diventato dei cinesi.

Acquisizioni di marchi italiani, fatte troppo facilmente da imprenditori stranieri che segnano l’aumento delle esportazioni a fronte di un crollo dei consumi interni. “Il passaggio di proprietà ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana” spiega il presidente della fondazione Italia Spa, Sergio Marini.