Si può seminare Ogm in Italia o no? Attesa per domani la senten-za del Tar del Lazio che deciderà sul ricorso del coltivatore friula-no di mais geneticamente modificato Mon810 della Monsanto, Giorgio Fidenato.
L’agricoltore friulano si oppone al decreto interministeriale dello scorso luglio (a firma Andrea Orlando, Nunzia De Girolamo e Bea-trice Lorenzin, allora all’Ambiente, alle Politiche agricole e già al-la Salute nel governo Letta) che vieta, appunto, la semina di Ogm per 18 mesi. Sul fronte opposto il mondo degli ambientalisti e la stragrande maggioranza degli agricoltori, assieme ai tre dicasteri già entrati in azione, tutti insieme intendono agire perché la col-tivazione di Ogm non sia ammessa in Italia. Come nasce il caso – Il ricorso di Fidenato, se accolto dal Tar del Lazio, rischia di annul-lare il decreto interministeriale del luglio 2013 che vieta in Italia la semina di Ogm per 18 mesi. Il 12 luglio scorso, infatti, i tre mi-nistri – Lorenzin, De Girolamo e Orlando – hanno firmato un de-creto che, divieto che dovrebbe, nelle intenzioni, restare in vigo-re ‘fino all’adozione di misure comunitarie di cui all’art. 54.3. del Regolamento Ce 178/2002′ e comunque non oltre 18 mesi. Un passo deciso dopo le semine ‘fuorilegge’ di Fidenato che, a Fanna e Vivaro, in provincia di Pordenone, aveva piantato mais Mon810 senza specifica autorizzazione, come previsto dal decre-to legislativo 212 del 24 aprile 2001.Nel frattempo il governo Let-ta è stato sostituito da quello Renzi, ma anche i due nuovi mini-stri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sono pronti a “un intervento comune atto a impedire eventuali coltivazioni qualora la sentenza annullasse il decreto in essere”, come assicura Martina e “fortemente impe-gnati per una modifica della normativa europea al fine di con-sentire agli Stati Membri di applicare limitazioni o di proibire la coltivazione di Ogm in tutto o parte del loro territorio naziona-le”, aggiunge Galletti (Beatrice Lorenzin è rimasta al suo posto). A rischio la qualità del cibo che sarebbe contaminata inevitabil-mente dalla vicinanza con campi dedicati agli Ogm.